Faith, hope and charity, per la regia di Alexandrer Zeldin, è lo spettacolo andato in scena dal 3 al 6 novembre al Teatro Argentina di Roma nel quadro del Roma Europa Festival e che abbiamo avuto il piacere di seguire come Associazione Piccabulla anche quest’anno tra gli enti convenzionati col prestigioso ente romano. E’ uno spettacolo ”duro” ma a tratti ironico e divertente anche per l’energia contagiosa e travolgente trasmessa da tutti i bravissimi attori, ognuno dei quali porta in scena un pezzo di umanità ai margini della città ”ultra-liberista” e capitale finanziaria per antonomasia: Londra. Il centro di accoglienza-assistenza per senza fissa dimora, profili psicologici border-line, persone sole o prive di reddito, è da mesi sotto la spada di Damocle dell’ennesima speculazione immobiliare-finanziaria motivata unicamente dal profitto che per definizione non prevede sentimenti di umanità e nemmeno di carità, come il terzo elemento presente nel titolo dell’opera. A tratti lo spettacolo presenta atmosfere che ricordano l’attesa di Godot solo che nel mentre qui c’è, invece, un gran fermento di attività e incontri-scontri tra i personaggi e c’è la voglia di agire e contrapporsi ad un destino già segnato: l’arte, la musica, rappresenta quindi la speranza che fuoriesce dalle loro voci durante le prove di un coro che hanno intenzione di usare come arma, come grido di protesta nel quartiere di ex-poveri, espulsi dal processo di gentrificazione. In questo mondo ai margini ma dotato di affettività da vendere, c’è l’ex ragazza-madre, divorziata, abusata che tenta disperatamente di mantenere il legame con una figlia piccola in procinto di essere depositata presso una famiglia affidataria, c’è il sognatore idealista, il giovane marginalizzato e a tratti violento, insomma tutta quell’umanità che non possiede quella capacità minima reddituale, seppur minima, per poterla considerare tale e nemmeno ”meritevole” – termine oggi molto in voga –  al di là dei risultati economici e sociali raggiunti, di attenzione e rispetto. Quelle persone sono accanto a noi tutti i giorni e negli ultimi anni sono aumentate fino a rappresentare, in Italia, quasi il 10% della popolazione totale: la scienza statistica li definisce ”poveri assoluti”. Ci si passiamo accanto ma non ci facciamo caso, tanto che bisognerebbe entrare proprio in una delle tante mense popolari, come quella rappresentata dalla perfetta sceografia  allestita al Teatro Argentina, per coglierne tutta l’essenza umana. Invitiamo ancora una volta, tutti i soci di Piccabulla, ad usufruire della nostra convenzione per assistere dal vivo, ma al costo di un biglietto del cinema, a spettacoli emozionanti come questo e come i prossimi che verranno per allenare la nostra empatia e creatività!